DAD2

Millesessantasette - 23/04/2021

investita da una corrente d’aria calda, si trovò asciutta senza nemmeno che se ne rendesse conto.
In nemmeno un minuto era già completamente asciutta e poté indossare la tunica.
Sentiva che tutto il suo corpo profumava di quel sapone bianchissimo, tunica compresa.
Uscendo si era dimenticata le scarpe, Lira non le aveva mai detto di toglierle, era stata una sua scelta naturale che però, a giudicare dall’immenso sorriso della custodessa, doveva essere ben accetta.
«Profumi di Meraviglia».
«Qualsiasi cosa voglia dire» cercò di scherzarci su Mary ridendo forzatamente, ma Lira non ricambiò.
Jacob ci mise un po’ di più rispetto a lei, conoscendolo immaginava si stesse godendo al meglio una doccia calda, un comfort che nella loro casa mancava da settimane.
Quando uscì, insieme alla nuvola di vapore che lo avvolgeva, a stento lo riconosceva.
«Jacob?» lo richiamò.
«Ecco un uomo nuovo» lo salutò Lira alzandosi in piedi, «Il nostro J qui ora brilla più che mai».
Mary notò che anche suo marito non indossava le scarpe.

Quando la cameriera entrò nella sua camera da letto, Sari stava proprio sigillando la lettera.
Abbracciò la donna e le disse che l’aveva sempre considerata come la madre mai conosciuta.
La donna era scoppiata in lacrime e l’aveva stretto forte, senza dire nulla, nella mano teneva la busta malconcia.
«Consegnala all’ufficio postale domattina» si raccomandò Sari mentre indossava la sua chippà, «Se non riesci domani, nascondila per un mese. Mi raccomando».
Uscendo aveva sentito la donna che scoppiava a piangere alle sue spalle, ma non aveva avuto il coraggio di voltarsi.
Passeggiò per la via principale, con le macchine che rischiavano di strappargli la dishdasha difettosa da un momento all’altro.
Era l’ultima che gli rimaneva da quando suo padre aveva ripulito l’armadio, quasi dieci anni prima.