DAD2

Millequattrocentoventidue - 13/04/2022

quasi di cera.
«Sta morendo?» domandò la moglie di Fusch, scoppiando a piangere.
Uno dei medici alzò lo sguardo e si scambiò un’occhiata preoccupata con il dottore, che scosse la testa e fece un cenno con la mano.
«Non è in pericolo di vita».
«E allora, dottore» si intromise l’uomo riprendendo con violenza la mano della moglie, che nel frattempo aveva appoggiato la testa sul tavolo, «mi dica chiaramente, e ora, qual è il problema».
«Quello che il mio capo sta cercando di dire…» si intromise uno dei medici, staccandosi finalmente dalle macchine «Non è facile».
Un secondo di silenzio, nel quale nella testa di Fusch si accalcarono pensieri, insulti e anche gesti violenti, che probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio di compiere.
Tra questi, quello di prendere il dottore per il collo.
«Nel caso di vostra figlia, la piccola Nadia… L’analgesia potrebbe aver compromesso altre aree del cervello».
«Del cervello?» fece eco il padre della piccola.
Il dottore fece cenno al collega che aveva parlato di passargli le cartelle che erano arrivate giusto qualche ora prima dal laboratorio.
Analisi del sangue, delle urine e perfino delle feci, avevano spianato la strada per indagini più approfondite, in particolare nei confronti di quello che sembrava un cervello sanissimo.
Poi la scoperta.
«Cominciamo col dire che facciamo passi avanti ogni giorno, nello scoprire questa macchina diabolica che è il nostro cervello…».
«Curate malattie che ci ucciderebbero in un paio di giorni, perché non investite lo stesso impegno nel cervello?» strillò la donna, in lacrime.
Il marito le prese la mano e la avvicinò a sé, contro la sua spalla iniziò a singhiozzare.
«Purtroppo, è più difficile di quanto sembra».
«Mia figlia, la mia unica figlia, non sente dolore» riassunse con lucidità Fusch, meditabondo, «Non è meglio così? Chi non darebbe la propria vita per cancellare il dolore?».
«Certo, credo tutti», mise le mani avanti il dottore «Tuttavia… Nel caso di sua figlia, di Nadia, nel caso in cui ci troviamo noi…».
Il dottore non riusciva ad andare avanti, le parole gli continuavano a morire in bocca, ad ogni discorso.