DAD1

Seicentocinquantasei - 08/03/2020

Iniziava a mostrare le prime rughe, specialmente quando sbatteva le palpebre, ma aveva sempre avuto un debole per le donne mature e quello era esattamente il suo tipo.
Mentre l’uomo che la accompagnava rimetteva a posto il portafogli, i loro sguardi si erano incrociati per un millesimo di secondo, quanto bastava perché lui allontanasse lo sguardo dalla collega.
«Quelli là, al tavolo da biliardo» aveva sussurrato l’uomo alla donna, «Non ti pare di averli già visti?».
La donna aveva lanciato uno sguardo discreto verso i due ragazzi chiassosi e aveva sorseggiato il suo bicchiere d’acqua con aria pensosa.
«Può darsi», poi la donna si era improvvisamente rivolta verso di lui, «Tu lavori qui?».
«Eh? Sì, sì. Fra poco attacco. Sto aspettando che torni il mio capo dal retro».
Il rossiccio senza nome fingeva di lavare per l’ennesima volta lo stesso bicchiere, ma in realtà con la coda dell’occhio teneva sotto controllo la situazione.
«Quei due, li conoscete? Sono clienti abituali?».
«No, è la prima volta che li vedo», si accorse che la voce gli tremava, lei gli sorrise e prese un altro sorso, il suo compagno fece lo stesso.
Era proprio una bella donna, doveva avere massimo cinquant’anni, eppure la sua voce non era segnata dal fumo come molte altre donne di mezz’età che conosceva o i suoi gesti sgarbati o presuntuosi.
«Ultimamente hai notato qualcosa di strano?».
«Al di là di qualcuno che non rispetta il coprifuoco, penso nessuno. Siete della polizia? Dell’Ordine?».
«No, no. Non lo siamo», scuotendo lievemente la testa, i suoi capelli profumavano di balsamo.
«Niente di strano» ripeté ancora una volta lui, sperando che trovasse qualche altro argomento di conversazione meno strano.
«Ti ringrazio del tuo tempo», riferito a lui e non al cassiere che ci rimase un po’ male, «Comunque, in caso le cose dovessero cambiare…» e gli aveva allungato un biglietto da visita bianco, un’unica scritta in caratteri piccoli e impersonali.
«Clarissa Hawthorne» lesse ad alta voce, la donna gli sorrise con garbo mentre studiava il numero di cellulare poco sotto.